giovedì 5 giugno 2014

IL GIARDINO, UN PO' DI STORIA, SECONDA PARTE

IL GIARDINO,
UN PO' DI STORIA,
2^ PARTE


 
 
 
Dopo il periodo gotico, che perpetua la tradizione dell'hortus conclusus, una vera rivoluzione nella concezione del giardino è portata dalla cultura dell'Umanesimo.
Parlando del giardino Rinascimentale, vi si deve riconoscere come prevalente l'intento di subordinare la natura all'architettura e anzi di servirsi degli oggetti naturali come autentici materiali per la costruzione dell'architettura del paesaggio.
Il Giardino Geometrico (giardino all'italiana) del Rinascimento non è solo un giardino metaforico, ma ebbe anche un ruolo importante nella formazione del concetto di "naturalismo" dell'architettura manierista e poi barocca.

 GIARDINO ALL'ITALIANA
 
Dopo il giardino del Belvedere del Bramante in Vaticano ricordiamo, nella ricca casistica del giardino rinascimentale e post-rinascimentale italiano, il Giardino di Boboli a Firenze, i Giardini delle ville Lante a Bagnaia, i Giardini Farnese a Caprarola, i Giardini della Villa d'Este a Tivoli.

GIARDINI DI BOBOLI
 
Il Giardino all'Italiana, assunto dalla cultura figurativa dell'Assolutismo, si sviluppa secondo accentuazioni peculiari, nel XVII e XVIII secolo, negli Stati dell'Europa centrale con una precisa volontà monumentale e con una perfetta sapienza nell'uso dei dati planialtimetrici del sito.
Il giardino non è più prolungamento e accessorio degli edifici, ma diventa parte costitutiva di un disegno unitario che coinvolge architettura e natura in un solo progetto.
Esempi sono i Giardini di Versailles e Vaux-le-Vicomte per Luigi XIV, prototipi del "giardino a canali" francese e i Giardini del Belvedere a Vienna.

 
GIARDINI DI VERSAILLES
 
In epoca contemporanea, con la perdita dei valori meramente estetici e contemplativi o simbolico-rappresentativi, il giardino acquista una designazione che deriva dalla nozione di uso del verde naturale in funzione sociale.
Come tale diventa di pertinenza dell'urbanistica.
 
 

 GIARDINI DI VIENNA
 
 


giovedì 29 dicembre 2011

IL GIARDINO, UN PO' DI STORIA, PRIMA PARTE

 
 
IL GIARDINO

UN PO' DI STORIA,
1^parte


La parola "giardino" deriva dal francese "jardin".
Generalmente è un'area di terreno recintato, in cui si coltivano per scopi non utilitari, ma con funzione estetica e ornamentale, alberi, arbusti e fiori.
All'origine, nelle culture indoeuropee e orientali, l'idea di giardino è collegata alle concezioni religiose e alle diverse filosofie della natura. In questo senso, la storia del giardino rappresenta anche una storia dell'idea di natura.
Una teoria propone, sulla base della descrizione che dell'Eden si dà nella Bibbia, l'ipotesi del giardino come dimora dell'uomo e per estensione il concetto di casa.
Il primo esempio ricostruibile dai reperti archeologici è quello dei giardini pensili di Babilonia, edificati nell'VIII sec. a.C. da Nabucodonosor II, dove architetture in forma di terrazze digradanti e perfezionati sistemi di irrigazione artificiale costituivano il supporto per la vegetazione.

Babilonia
GIARDINI PENSILI DI BABILONIA

Questa contrapposizione del giardino al paesaggio, là desertico e aspro, si ritrova nei più tardi "paradisi" dell'età achemenide (giardini di Ciro a Sardi, descritti da Senofonte), giardini in senso proprio "filosofici" che riproducevano nel loro tracciato la concezione pesiana dell'universo: le quattro parti del mondo, rappresentate dalle areee comprese tra due canali fra di loro perpendicolari, e la montagna centrale rappresentata dal padiglione all'intersezione dei canali.
Il mondo greco-romano designò due tipi diversi di giardino.



it.wikipedia.org/wiki/Storia_di_Roma
 
I GIARDINI DELLA ROMA REPUBBLICANA


Il primo, riassumibile nel concetto di bosco sacro, dove la natura è accettata nel suo valore religoso-simbolico, e dove non si rileva tanto la volontà di ordinare la natura quanto di considerarla luogo di culto.
Il secondo, nella forma del giardino privato come si può riconoscere nei patii-giardini delle domus di Pompei.



IL GIARDINO DELLA ROMA IMPERIALE


La cultura islamica (VII-XIV sec. d.C.) ereditò dall'hortus conclusus romano e mediterraneo la forma del patio, che viene tuttavia disegnata in sequenze articolate e complesse, secondo progetti architettonici elaborati nei quali l'acqua ha una parte fondamentale.
Esempi fra i più alti in assoluto di giardini perfettamente conservati, sono quelli dell'Alhambra e del Generalife a Granada e quelli dell'Alcàzar di Siviglia.


ALHAMBRA
 
GIARDINI DELL'ALHAMBRA A GRANADA

ALHAMBRA
I GIARDINI DELL'ALHAMBRA A GRANADA


ALHAMBRA
GIARDINI DELL'ALHAMBRA A GRANADA



ALHAMBRA
I GIARDINI DELL'ALHAMBRA A GRANADA



ALHAMBRA
I GIARDINI DELL'ALHAMBRA A GRANADA



Siviglia
 
GIARDINI DI SIVIGLIA



In estremo Oriente, il pensiero taoista, buddhista e zen elaborò il tipo del giardino simbolico-astratto, dove la natura è fonte di contemplazione e di purificazione spirituale.
Il giardino orientale è così un progetto "ipernaturale", nel senso che tende a riproporre gli oggetti propri della natura, ad esempio i
 
 
Giardini di Pechino
 
 
 
Giardini di Kyoto.